Le classi di esercizi bioenergetici sono forse il modo più semplice e divertente di avvicinarsi alla bioenergetica. Si tratta di lezioni di gruppo, della durata di un’ora, e rientrano nell’ambito delle discipline della psicologia della salute. Pur non essendo uno strumento psicoterapeutico, permettono infatti di curare la salute e la vitalità del corpo in senso globale ( fisico ed emotivo) attraverso una struttura semplice e rigorosa di esercizi, pressioni e particolari tecniche portando ad un immediato e percepibile benessere psicofisico.
Gli esercizi bioenergetici si svolgono in gruppi che vanno dagli 8 ai 15 partecipanti circa e sono spesso organizzati in cicli di incontri settimanali, al fine di garantire un regolare programma di lavoro corporeo. Durante una classe di esercizi si lavora col corpo con lo scopo di aumentare il livello energetico disponibile e entrare sempre più in contatto col “sentire”.
Poiché sempre e solo col corpo si lavora, spesso le classi bioenergetiche vengono confuse e assimilate ad altre attività di lavoro corporeo, come ad esempio lo yoga, il pilates, ecc.. ma non vanno confuse le une con le altre. Tutte queste attività, infatti, hanno la loro efficacia e rispettabilità, ognuna con le proprie tecniche e una propria struttura, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio.
Per chi fosse interessato ad approfondire individualmente l’argomento, consiglio di leggere il manuale Espansione e integrazione del corpo in bioenergetica, un piccolo testo in cui Lowen sistematizza e descrive questi esercizi, messi a punto in decenni di lavoro clinico e offre l’occasione di conoscere, oltre alla tecnica e al pensiero che sta alla base di questo metodo, anche molti esercizi da poter fare.
Per tutti gli altri, invece, può essere utile fare un po’ di chiarezza, iniziando con l’approfondire alcuni concetti che sono la base del lavoro bioenergetico. Possiamo iniziare a parlare dei due pilastri della bioenergetica: la VIBRAZIONE e il GROUNDING.
“La vibrazione è la chiave della vitalità. Aumentando lo stato di vibrazione del corpo, attraverso questi esercizi, si aiuta la persona ad avvicinarsi a questa qualità della salute” scrive Lowen.
Uno degli obiettivi di una classe di esercizi è proprio quella di aumentare le vibrazioni corporee seguendo il principio fisiologico per cui il muscolo, arrivato al massimo livello di stress percepito, reagisce scaricando la tensione, de- tensionandosi.
Prendiamo per esempio la vibrazione di un’automobile: la qualità della vibrazione è importante, perché ci dice in che stato è l’automobile; quando l’auto si scuote o le vibrazioni sono irregolari ci dice che c’è qualcosa che non va! La stessa cosa vale per il corpo umano: in un corpo, la presenza di brusche vibrazioni è segno che l’eccitazione o carica non scorre liberamente.
I numerosi esercizi che portano il corpo a vibrare hanno dunque lo scopo di aumentare la capacità di tollerare eccitazione e piacere. In bioenergetica però, il lavoro non si limita al solo aspetto fisico, ma anche psichico e gli esercizi sono sempre accompagnati dalla possibilità di “ancorare” le tensioni corporee percepite al senso di sé, alle emozioni trattenute, ai pensieri e agli atteggiamenti che si sperimentano nella quotidianità. Dopo una classe la sensazione prevalente è quella di una maggiore integrità e unità. Ci si sente “interi”, la naturale condizione di una buona salute psico fisica.
Il grounding è la chiave del lavoro bioenergetico ed è strettamente collegato al lavoro sulla respirazione.
Il grounding è letteralmente avere i piedi per terra; questo indica una corrente di eccitazione che scorre attraverso le gambe fino ai piedi e al terreno. Gli esercizi di grounding sono volti a portare il baricentro del corpo dall’alto verso il basso, nelle gambe, nel ventre, in quello che per gli orientali è hara, la sede della vita, liberando la mente dai pensieri - abitacolo di tutti i disturbi psicologici - e portando la persona a “sentire” e a identificarsi col proprio corpo.
Il grounding è legato anche al “lasciarsi andare” che, in bioenergetica, significa lasciarsi scendere perché, inconsciamente, ci teniamo su di continuo, per la paura di cadere o di abbandonarci alle sensazioni del corpo. Come scrive Lowen “una persona che ha grounding sa dov’è e perciò sa chi è”.
Il grounding rappresenta, da un punto di vista psicologico, il contatto con la realtà alla base della propria esistenza: più si è radicati a terra e identificati col proprio corpo(e meno si vive “tra le nuvole” e nella testa) più si è consapevoli, equilibrati e tesi verso il piacere.
Gli esercizi bioenergetici sono dunque l’occasione per sperimentare tutto questo in un ambiente protetto e libero, in cui non si è mai forzati a esprimere ciò che non si sente, ma al contrario il lavoro è proprio orientato al “sentire”, all’esplorare e ad esprimere – nella misura in cui questo è accettabile e mai andando oltre la propria finestra di tolleranza - il “sé corporeo”, ovvero ciò che il corpo ci dice e non l’immagine che abbiamo di noi o i nostri pensieri. Lo scopo è l’ampliamento della consapevolezza di sé e l’acquisizione di una maggiore padronanza e integrazione, ricordandoci che “per ritrovare la grazia, dobbiamo scoprire dove l’abbiamo persa”.
Articolo a cura della dott.ssa Elena Casoli
Psicologa psicoterapeuta a Reggio Emilia
Dott.ssa Elena Casoli
Psicologa e Psicoterapeuta
Reggio Emilia
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione n. 5270
Laurea magistrale in psicologia nel 2004 presso l’Università degli Studi di Padova
P.I. 02432700355
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