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Vivere con la paura della vita: Identikit di un nevrotico

“Se riuscite a parlare in modo brillante di un problema,
si può creare la consolante conclusione
di averlo sotto controllo”.

Stanley Kubrick

Che cosa accomuna, in larga misura, la maggior parte delle persone? Sicuramente un aspetto nevrotico della loro personalità. L’uomo moderno è nevrotico. Guardando il mondo dei media, del cinema o, semplicemente, guardandoci intorno, non dovrebbe sorprendere questa affermazione. E’ sotto gli occhi di tutti. Volere è potere! Questa radicata convinzione delle persone spiega il successo dei tanti programmi di coaching, dei manuali di auto aiuto, e dei numerosi esperti che ci sanno indicare come intraprendere un processo di miglioramento, in ogni campo.

Il destino dell’uomo moderno non è più determinato dal fato ma da sé stesso.

Sfortunatamente, spesso le cose non vanno così e ciò che maggiormente oggi si lamenta tra le persone sono disturbi depressivi, vite alienate e insoddisfatte, problemi relazionali e una condizione esistenziale di vuoto e senso di colpa che ognuno porta dentro di sé e non capisce. Come possiamo spiegare questo paradosso allora? Lowen lo fa in un bel libro intitolato “Paura di vivere” in cui racconta il tormento dell’uomo che soffre di questo male, che lui definisce il male dell’uomo moderno, e prova a spiegare come l’analisi bioenergetica lavori per essere definita una terapia dell’essere.

Ma chi è l’individuo nevrotico?

E’ una persona che è in conflitto con sé stessa perché una parte del suo essere cerca di dominarne un’altra. Il suo pensiero razionale cerca di controllare le sue emozioni, la sua volontà di superare angosce e paure. E’ una lotta continua tra quello che è e quello che crede di essere. Ciò che ha causato questa condizione umana è un processo culturale che ha dato origine alla società moderna: è l’acquisizione della conoscenza e la conquista del potere sulla natura che ha portato l’uomo moderno a uno sviluppo mai conosciuto dell’Io e dell suo Ego. Quando una persona si comporta con la sua intima natura in questo modo, e una parte della sua personalità, l’Io, si ribella alla parte animale ( il corpo), potenzialmente innesca un processo di distruzione. Lowen paragona questa dinamica all’immagine di un arco teso. Più si tende l’arco, più la freccia andrà lontano, ma se lo si tenderà troppo, si spezzerà. Quando la separazione tra l’Io e il corpo è troppa, allora l’arco si spezza e non esiste più contatto con sè. Il risultato sarà il crollo o la paura del crollo e un doloroso impoverimento della vita interiore o emotiva.

Come si può sfuggire da questo destino allora? Solo accettandolo, perché solo quando si smette di lottare contro il destino – dice Lowen- ci si libera dalla nevrosi. Accettare il proprio destino ne determina un cambiamento. Può sembrare una contraddizione, ma non lo è!

Nel corpo l’uomo è come un animale,
ma a livello dell’Io si vorrebbe simile a una Divinità.
Il destino dell’animale è la morte,
che l’Io cerca di evitare
con aspirazioni divine.

A. Lowen


Articolo a cura della dott.ssa Elena Casoli
Psicologa psicoterapeuta a Reggio Emilia

Dott.ssa Elena Casoli
Psicologa e Psicoterapeuta

Reggio Emilia

Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione n. 5270
Laurea magistrale in psicologia nel 2004 presso l’Università degli Studi di Padova
P.I. 02432700355

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